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PIANO DI CONTROLLO COLOMBO CITTA’ 2016 – all. 2
Colombi
di Stefania Mancini
Vita da Colombi di città
Classificazione e origini
Il colombo urbano o di città (Columba Livia forma domestica) discende, come tutte le altre forme di colombo,dal colombo selvatico (Columba Livia) dal quale differisce nettamente per morfologia, caratteristiche genetiche e comportamentali.
Il colombo urbano o di città si rinviene usualmente negli agglomerati urbani, dove si riscontrano gruppi talvolta molto estesi; non ha un legame di continuità con la specie selvatica ha infatti origine da colombi domestici, selezionati e allevati dall’uomo a scopo ornamentale e alimentare, sfuggiti alla cattività o dai campi di tiro al volo. In alcune località il loro insediamento ha coinciso con l’usanza, particolarmente diffusa nel periodo tra le due guerre mondiali, di celebrare ricorrenze nazionali o patriottiche con cerimonie che si concludevano quasi sempre con il lancio festoso di colombi, i quali, invece di rientrare nelle colombaie di partenza, si insediavano nelle sedi di lancio. Le popolazioni domestiche, alle quali il colombo di città appartiene, differiscono dalle popolazioni selvatiche, oltre che per origini, anche per morfologia, abitudini di vita e caratteristiche riproduttive.
Da un punto di vista morfologico le differenze maggiori riguardano i caratteri del mantello che è bigio barrato con forte omogeneità (tutti i soggetti hanno lo stesso mantello) nelle popolazioni selvatiche; le popolazioni urbane presentano invece livree con infinita possibilità di combinazionidi colori (bigio, rosso, nero, bianco) e di disegni (barrato, trigano, uniforme, zarzano) vista la loro origine composita e variabile.
Per quanto riguarda la riproduzione, la periodicità riproduttiva del colombo selvatico è circannuale con picchi in primavera-estate, mentre nel colombo di città la stagione riproduttiva è estesa a tutto l’anno con picchi di deposizione tra marzo e giugno e una forte ripresa nella tarda estate. Una porzione della popolazione di colombi di città ha piccoli praticamente tutto l’anno.
Descrizione specie, dove vivono
I colombi di città derivano dai colombi domestici sfuggiti ad allevamenti che hanno trovato in ambiente urbano le condizioni favorevoli ad una proficua colonizzazione dello stesso, e cioè:
idonei spazi di nidificazione nelle costruzioni dell’uomo
fonti di cibo sempre disponibili come conseguenza delle attività e della presenza dell’uomo (rifiuti, ecc.) estrinsecata talvolta anche in forme di distribuzione diretta del cibo
temperatura mediamente più alta , come conseguenza sia del maggior riverbero delle costruzioni rispetto al suolo libero che degli impianti di riscaldamento nella stagione invernale.
La risposta adattativa del colombo di città a questo ambiente particolarmente favorevole è quella di incrementare il numero di covate e di allungare il periodo riproduttivo e quindi di aumentare la capacità riproduttiva già elevata vista la derivazione dei colombi di città dai colombi domestici selezionati dall’uomo per l’alta produttività.
Negli agglomerati urbani l’attività riproduttiva è favorita anche dalla illuminazione pubblica che rende più flessibili le risposte comportamentali legate al fotoperiodo, riproduzione compresa.
Nella prima metà del secolo scorso i fattori che limitavano il numero di colombi in ambiente urbano erano:
la presenza pur modesta di predatori (falchetti, cornacchie, ecc)
la ridotta disponibilità di alimenti facilmente accessibili
la caccia spietata per fini alimentari che con i sistemi più diversi gli strati più poveri della popolazione umana davano ai volatili.
Questi fattori sono oggi scomparsi o fortemente diminuiti, mentre è notevolmente aumentata la disponibilità di cibo e di siti di nidificazione a causa dell’abbandono dei piani alti di servizio, sottotetti, solai.
Nelle città si sono così verificate vere e proprie esplosioni demografiche di colombi che dai centri storici tendono via via a colonizzare aree sempre più periferiche, con numeri complessivi di soggetti spesso intollerabili sotto il profilo igienico-sanitario e della conservazione del patrimonio architettonico-artistico.
I Numeri del Colombo
Curiosità
E’ vero che il colombo di città è più grasso di quello di campagna?
Si infatti con tutto il cibo che ha a disposizione è più robusto e pesa 300-400 grammi contro i 220-300 di quello selvatico !
E’ vero che il colombo di città vive meno di quello di campagna?
Sarà per i problemi di grasso o per gli incidenti stradali ma vive meno di quello di campagna, in media 2,4 anni, fino a 15 anni i soggetti che vivono in ambienti rurali
Il colombo di città ha diverse livree?
Sarà che stando in città e per stare dietro alla moda la livrea varia grandemente da un soggetto all’altro! In realtà i diversi colori sono dovuti ai numerosi incroci con le specie domestiche.
Ma i colombi sono fedeli?
Le coppie mostrano una grandissima fedeltà al proprio partner e al sito di nidificazione che difendono tenacemente dall’intrusione di altri soggetti. I siti di nidificazione sono principalmente costituiti da buchi, anfratti, sottotetti, sporgenze con riparo.
Quali sono i tempi riproduttivi ?
- La maturità sessuale avviene tra i 6 e gli 8 mesi
- Dopo 8-10 giorni dall’accoppiamento vengono deposte 2 uova ad intervallo l’una dall’altra
- Dopo la deposizione del secondo uovo, comincia l’incubazione che dura circa 18 giorni
– Una coppia si riproduce in media 5-6 volte all’anno, ma in bibliografia sono segnalate anche 9 covate annue
– Ogni coppia produce mediamente 3-4, 5 nuovi nati all’anno, determinando in condizioni favorevoli un tasso di incremento annuo della popolazione pari al 44%
E’ vero che il partner partecipa all’incubazione delle uova?
Si, il maschio offre il suo contributo
Come si presentano i piccoli?
Sono inetti, ciechi e coperti da un piumino giallo
Come vengono nutriti?
Per i primi 5 giorni vengono nutriti con un secreto particolare prodotto dall’ingluvie di entrambe i genitori, detto “latte del gozzo”.
In seguito lo spettro alimentare si amplia e viene progressivamente sostituito da granaglie di vario tipo.
Quanti giorni ci vogliono per far “decollare” il piccolo?
I piccoli rimangono nel nido per circa tre settimane e verso i 30 giorni di età diventano atti al volo.
Quando avviene il picco riproduttivo?
In Italia il picco riproduttivo è concentrato tra marzo e giugno, sebbene le nidificazioni, in condizioni favorevoli, possano continuare anche nel periodo invernale, anche causa degli incroci con specie domestiche allevate con attitudini riproduttive esaltate
Quali fattori limitano le popolazioni dei colombi?
I fattori limitanti sono rappresentati dalla disponibilità sia di fonti alimentari che di siti di nidificazione e di stazionamento. Il sovraffollamento, riducendo la fruizione di tali risorse e favorendo la trasmissione di parassiti e di malattie virali e batteriche, incide negativamente sul tasso riproduttivo, riducendo il numero di covate annue e la sopravvivenza dei nidiacei e dei soggetti anziani.
Quando una popolazione di colombi è ritenuta eccessiva ?
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) indica che per le popolazioni di colombi di città si debbano ritenere eccessive densità superiori a 300-400 individui per km quadrato.
Inconvenienti legati alla riproduzione incontrollata di colombi di città
La presenza di animali nelle sedi urbane, purchè mantenuta entro limiti ragionevoli, ha una funzione irrinunciabile sul piano ecologico ed ha un alto valore educativo in quanto contribuisce a mantenere un legame tra l’individuo inurbato e la natura. D’altro canto l’incremento incontrollato ed eccessivo dei colombi di città comporta conseguenze negative per la conservazione di beni monumentali ed architettonici, per l’igiene e , talvolta, per la salute dell’uomo.
- Danni a beni monumentali ed architettonici
Gli escrementi dei colombi ( un solo colombo può produrre annualmente 2,5 kg di guano) imbrattano strade ed edifici con conseguenze estetiche negative, potenziale rischio igienico sanitario nonché danneggiamento di immobili e monumenti per corrosione. Le deiezioni deposte su monumenti ed edifici, oltre a costituire potenziale veicolo di trasmissione di parassiti e di agenti di infezione, sciogliendosi con le piogge, rilasciano sostanze acide che intaccano il carbonato di calcio della pietra e del marmo in particolare che può macchairsi e sgretolarsi - Danni alle coltivazioni agricole
I colombi di città hanno spesso l’abitudine ( soprattutto nelle piccole città ma non solo) di cibarsi fuori dall’ambito cittadino, con regolari spostamenti fuori di esso. Questo comportamento è del tutto simile a quello del colombo selvatico ed indica come anche gli spostamenti dei colombi urbani siano, per quanto riguarda l’estensione, determinati dalla dislocazione delle fonti di cibo, specialmente in quelle aree dove le colture cerealicole abbondano, attirandoli fuori città. Possono provocare grossi danni soprattutto nel momento della semina.
Rischi sanitari
Nonostante la letteratura scientifica sia ricca di dati relativi all’isolamento dal colombo di agenti responsabili di patologie anche a carattere zoonosico, pochissimi sono i lavori tesi a chiarire il ruolo di questa specie nell’epidemiologia delle infezioni umane o di altre specie animali. In concreto il rischio è più potenziale che reale e la possibilità di contrarre una patologia dai colombi di città è piuttosto limitata. I rischi sanitari sono comunque quelli derivanti dalla contaminazione fecale dell’ambiente, aggravata dalla polverizzazione del materiale di deiezione che disperde per via anemofila e per aree estese, germi patogeni e responsabili di malattie trasmissibili all’uomo e agli animali(salmonellosi, micoplasmosi, borreliosi toxoplasmosi, criptococcosi, etc.), con rischio di infezione soprattutto in soggetti immunodepressi (bambini, donne in gravidanza, ammalati di AIDS, ecc.).
Puntura da zecche
Le zecche dei colombi (Argas reflexus) che succhiano il sangue dei volatili soprattutto di notte in alcune circostanze possono entrare nelle case e pungere l’uomo che può manifestare reazioni allergiche anche gravi
Attualmente l’Umbria ed il territorio della USL Umbria 1 registrano una situazione di bassissima endemia per le sopracitate malattie che colpiscono peraltro soprattutto soggetti esposti per motivi professionali, quali allevatori, forestali, laboratoristi ecc. e le cui segnalazioni sono di poche unità nella Regione. Tuttavia l’aumento della concentrazione di colombi in determinate aree costituisce, come detto sopra, un rischio sanitario da non sottovalutare e sul quale è necessario intervenire preventivamente, piuttosto che attendere l’evoluzione della situazione epidemiologica nell’uomo.
Ciò anche in considerazione del fatto che alcune delle sopracitate malattie sono spesso sottonotificate o misconosciute per la aspecificità o per l’andamento subclinico di molte di esse.
Inoltre la dispersione di polveri allergogene di origine animale (feci, piume, desquamazioni cutanee, residui di uova dischiuse, ecc.) può determinare l’insorgenza di patologie diverse su base allergica (polmonari, cutanee, ecc.) anche in persone non esposte professionalmente al contatto con gli animali. Si tratta spesso di sensibilizzazioni specifiche, contratte in ambiente urbano, proprio come conseguenza di elevate concentrazioni di colombi; dette fenomenologie sono preoccupanti in
quanto colpiscono fasce di popolazione (bambini, anziani) nelle quali gli effetti di tali sensibilizzazioni danno manifestazioni gravi.
Per saperne di più:
Atti del Corso di Formazione “Come affrontare la problematica colombi e altri organismi infestanti nei centri abitati”
Perugia 3-10 ottobre 2017
Il corso è stato organizzato dalla U.O.C. Formazione del Personale della USLUmbria1 su proposta e collaborazione con l’U.O.C ISP. La finalità del corso, come indicato dal Responsabile Scientifico dr. Alessandro Maria Di Giulio, è stata quella di ”Far conoscere agli attori che governano la problematica gli ultimi orientamenti in tema di controllo dei colombi nelle aree urbane. Mettere a disposizione delle amministrazioni Comunali protocolli per consentire un lavoro efficiente e sicuro nel confronto degli organismi che si intende porre a controllo, dell’uomo e degli altri organismi che possono entrare in relazione”.
Al corso hanno partecipato più di 90 discenti che hanno manifestato l’apprezzamento per l’iniziativa sia per la qualità dei docenti e della proposta formativa che per la molteplicità degli aspetti presi in considerazione.
Vedi le relazioni:
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Di Domenico Tinarelli Farina Piccioni Bologna_1
Di Domenico Tinarelli Farina Piccioni Bologna_2
Il programma del corso:
LETTERA INVITO