Ranuncolo

Pubblicato in data: 12 luglio 2015

Ranuncolo

Il Ranunculus bulbosus L.

O Ranuncolo bulboso, o Ranuncolo selvatico
(Fam. Ranunculaceae)

di Aldo Ranfa

Vita da Ranuncolo

Morfologia

Specie erbacea perenne, alta da 15 a 50 cm, con fusto alla base ingrossato in una specie di tubero. Il resto del fusto è eretto e densamente cosparso di peli. Le foglie basali sono a forma ovale, tendente all’esagonale, divise in 3 segmenti che a loro volta sono ulteriormente divisi più o meno profondamente. Le foglie più in alto nel fusto sono senza picciolo e ridotte a piccoli segmenti stretti. I fiori, regolari, portati da peduncoli solcati, sono di colore giallo, con caratteristici sepali che a maturità si ripiegano all’ingiù. Il frutto è costituito da una serie di frutti secchi (acheni), con un piccolo becco apicale, che non si aprono a maturità. Fiorisce da marzo ad ottobre.

Ecologia e distribuzione

E’ abbondante in tutto il territorio, dal mare fino alla montagna fino a 2.100 m s.l.m. I suoi ambienti di sviluppo sono diversi nelle tre sottospecie in cui questa specie si suddivide: al Nord troveremo soprattutto Ranunculus bulbosus L. subsp. bulbosus, la più diffusa, presente nei prati sia aridi che umidi della Pianura Padana e delle Alpi e nel resto della Penisola; più rara, il Ranunculus bulbosus L. subsp. bulbifer (Jordan) Neves, circoscritta alla Sardegna e il Ranunculus bulbosus L. subsp. aelae (Willk.) Rouy et Fouc. distribuita preferibilmente al Sud, da 0 a 800 m s.l.m., con preferenza nei prati umidi.

Curiosità

Il nome del genere deriva dai termini greci “batra-chion=batrace-rane”, per porre l’accento sul suo ambiente di sviluppo preferenziale nelle zone umide dove vivono anche gli anfibi. Il termine specifico deriva dal latino “bulbosus=bubo”, per il particolare ingrossamento della base del fusto simile ad un bulbo.
NB: Dello stesso genere ci sono altre specie, sempre spontanee in Italia, che hanno le stesse caratteristiche di pericolosità più o meno marcata tra i quali il Ranuncolo lanuto (Ranunculus lanuginosum L.), con cui si può confondere ma quest’ultima possiede i sepali che a maturità non si ripiegano verso il basso, il Ranuncolo comune o Pié di nibbio (Ranunculus acris L.), il Ranuncolo dei campi (Ranunculus arvensis L.) e il Ranuncolo acquatico (Ranunculus acquatilis L.). Un discorso a parte va effettuato per il Ranuncolo favagello (Ranunculus ficaria L.) che, nonostante la presenza di sostanze tossiche come la maggior parte delle specie di questa famiglia, le giovani foglie possono essere consumate in insalata, ma comunque con cautela, ed anche i boccioli fiorali e i bulbi prima della fioritura. Della famiglia Ranunculaceae fa parte anche l’Erba trinità o Fegatella (Hepatica nobilis Miller), spontanea in Italia nei boschi e nelle siepi da 100 a 1.000 m s.l.m. (raramente fino a 2.000 m), che può causare avvelenamenti ed una delle specie più tossiche in assoluto, l’Aconito napello (Aconitum napellus L.), per la presenza di vari alcaloidi e glucosidi in tutta la pianta.

Usi popolari e rimedi

Questa specie viene utilizzata pochissimo per la su pericolosità

Bibliografia

  • Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
  • Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
  • Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
  • Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
  • Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.

Sitografia

Dott. Aldo Ranfa

Aldo Ranfa
Esperto: Piante di interesse sanitario

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