Il Veratrum albums L. o Veratro comune
Oppure Elabro, Elleboro bianco
(Fam. Liliaceae)
di Aldo Ranfa
Vita da Veratro comune
Morfologia
Specie erbacea perenne con un rizoma sotterraneo breve e grosso. Il fusto, eretto, completamente avvolto da delle guaine, leggermente pubescente e cilindrico, può arrivare a più 1 m d’altezza. Le foglie basali e mediane sono ellittiche mentre, le superiori che ricoprono il fusto fiorale fino all’infiorescenza dove vengono sostituite da brattee, sono lanceolate; l’inserzione è alterna e si notano 6 nervi principali paralleli, marcatamente visibili nella pagina inferiore. I fiori sono giallo-verdastri, portati da un’infiorescenza a pannocchia ampia a rami arcuati, all’ascella di brattee lanceolate. Nella parte basale dell’infiorescenza i fiori sono ermafroditi o femminili, mentre all’apice sono maschili. Il frutto è una capsula trilobata a forma ovoidale con semi alati. Fiorisce da giugno ad agosto.
Ecologia e distribuzione
Il Veratro comune è una specie spontanea nel territorio nazionale e distribuita da 800 a 2.100 m s.l.m. (raramente 300 e 2.600 m). I suoi ambienti di sviluppo preferiti, gli stessi della Genziana maggiore (Gentiana lutea L.) con cui viene spesso confusa, sono i prati, i pascoli e radure, ricche di sostanze azotate, di media e alta montagna.
Curiosità
Il nome del genere deriva dal latino “vérum=vero, veritiero” e “átrum=nero”, per il colore nero del rizoma ma, alcuni autori, sostengono che derivi dal fatto che l’ingestione di alcune sue parti schiarisca le idee ai malati di epilessia. Il termine specifico deriva da “álbus=bianco, bianchiccio”, per il colore chiaro dei suoi fiori.
NB: Il Veratro comune viene spesso confuso con la Genziana maggiore (Gentiana lutea L.) ma, quest’ultima, possiede le foglie opposte e non alterne. Il Veratro nero (Veratrum nigrum L.), spontaneo in Italia nei boschi cedui e nelle radure, da 0 a 1.400 m s.l.m., è una specie altrettanto tossica, ma più facilmente rinvenibile e si distingue, tra l’altro, per avere i fiori rosso-nerastri.
Usi popolari e rimedi
Si può utilizzare, tra le altre cose, come ipotensivo, analgesico e antifebbrile.
Bibliografia
- Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
- Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
- Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
- Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
- Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.