La Convallaria majalis L. o Campanelle di Maggio
oppure Giglio delle convalli, Lacrime di Santa Maria, Mughetto
(Fam. Liliaceae)
di Aldo Ranfa
Vita da Mughetto
Morfologia
Specie erbacea perenne con un rizoma sotterraneo orizzontale che ne permette l’uso quale tappezzante o coprisuolo. Il fusto è eretto, semplice, quasi cilindrico, alto fino a 30 cm. Le foglie, intere e guainanti il fusto, sono lanceolate ed ovali, di colore verde chiaro. I fiori sono bianchi, ermafroditi, regolari, con calice e corolla similari ognuno di tre pezzi (6 in totale). Gli stami, parte riproduttiva maschile, sono 6 e l’ovario, parte riproduttiva femminile, è supero che a maturità si trasforma in un frutto (bacca) di colore rosso. I fiori, penduli, sono portati da una infiorescenza a racemo apicale che si presenta tipicamente arcuata. Fiorisce da maggio a giugno.
Ecologia e distribuzione
Il Mughetto è distribuito soprattutto al Nord, ma si spinge anche al Centro-sud, fino all’Abruzzo. I suoi ambienti ideali sono i boschi umidi di specie che perdono le foglie in autunno, come le querce ed i faggi ma, meno frequentemente, anche nei boschi di pini e abeti. Utilizzato anche per scopi ornamentali in luoghi ombrosi, è ideale per coprire, quale tappezzante, le aiuole sotto di alberi. La sua distribuzione va da 0 a 1.200 m s.l.m.
Curiosità
Il nome del genere deriva dal latino “convallis=vallata, convalle, pendio”, per evidenziare il suo ambiente di sviluppo preferito nei fondovalle e nei pendii mentre, il nome dell’aggettivo specifico deriva dal latino “majalis=nato in maggio”, per specificare il periodo di fioritura.
NB: Altre specie della stessa famiglia e spontanee in Italia possono risultare tossiche se ingerite, come il Cipollone bianco o Latte di Gallina comune (Ornithogalum umbellatus L.), per la presenza di alcaloidi; i getti giovani di quest’ultima specie, nonostante la sua pericolosità, vengono utilizzati, dopo cottura, per preparare frittate o consumate in altro modo nella parte sud dell’Umbria.
Usi popolari e rimedi
Tutta la pianta, in particolare l’infiorescenza, può svolgere azioni cardiotoniche, cardiocinetiche e diuretiche, ma il suo uso oggi è praticamente del tutto abbandonato per la sua pericolosità.
Bibliografia
- Bulgarelli G., Flamigni S., 2014 – Le piante tossiche e velenose. Hoepli Editore, Milano.
- Leporatti M.L., Posocco E., 1996 – Piante pericolose. Japadre Editore. L’Aquila
- Ranfa, A., 2014 – Piante amiche e nemiche dell’uomo. 2a Edizione. Ali&no Editrice, Città di Castello, Perugia.
- Stary F., Berger Z., 1987 – Piante velenose. Istituto Geografico De Agostini, Novara
- Woodward L., 1985 – Piante velenose. Priuli & Verlucca Editori.