Senecione sudafricano

Biologia e comportamento

Cure e rimedi

Prevenzione e controllo

Curiosità

Biologia e comportamento

di Aldo Ranfa

Morfologia

Specie erbacea, cespitosa di 40-80 cm. Fusti eretti o prostrato-ascendenti, ramificati dalla base, lisci, con base legnosetta. Radice fittonante ma superficiale. Foglie alterne, sessili, in parte abbraccianti il fusto, lineari lunghe 10-20 mm, carenate, intere. Infiorescenza a capolino tipico della famiglia, con diametro di 2-3 cm, numerosi i fiori di colore giallo con ligule di 10-15 mm. (anche fino a 100), reclinati prima della fioritura; squame interne dei capolini lunghe 5-7 mm, brunastre all’apice; squame esterne 10-12. Fiorisce da aprile a dicembre.

Ecologia e distribuzione

Il Senecione sudafricano è una pianta che troviamo negli incolti sassosi, nei ruderi. nei greti dei fiumi, nelle massicciate e lungo i bordi delle strade, con una grande ampiezza ecologica. Si presenta con livelli di distribuzione differenziati, da lineare, a mosaico, fino ad ampiamente diffuso; tende ad occupare sempre più spazio e rinnovarsi negli anni. Colonizzatrice in cenosi naturali (substrato marnoso-arenaceo e calcareo) e antropiche (colture annuali e perenni) e pioniera su ambienti litofitici. Originario delle regioni con clima mediterraneo d’Africa del sud, in Italia si può trovare su sia in pianura che a quote più alte

Cure e rimedi

di Aldo Ranfa

Cosa fare in caso di ingestione

L’ingestione della carne di animali che si sono alimentati di foglie o frutti di questa pianta provocano avvelenamenti nell’uomo, a causa della presenza di alcaloidi pirrolidizinici, comportandosi da cancerogeni genotossici.
Rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto soccorso.

Caratteristiche di tossicità

Bassa nel polline (potenzialmente allergogena); nelle foglie sono presenti principi tossici (alcaloidi pirrolizidinici altamente tossici) per gli animali di bassa corte la cui carne, se inquinata, è di grave pericolo per l’uomo.

LIVELLO DI TOSSICITA’: MEDIA

Parte tossica della pianta: Foglie, frutti
Periodo di tossicità: Da aprile a dicembre

Prevenzione e controllo

di Aldo Ranfa

Come prevenire le infestazioni

La prevenzione svolge un ruolo importante nella diffusione della specie. Quindi: non diffondere né i semi né le piante. Impedire la crescita sui tetti piani e nei giardini estensivi e sradicare le giovani piante prima che diventino troppo grandi. Se la pianta è già presente è necessario evitarne l’espansione: tagliare le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappare tutti i rigetti. Evitare di depositare in giardino pezzi di radici, non gettarli nel compost e non consegnarli ai servizi di raccolta dei rifiuti verdi. Unicamente il compostaggio professionale con fase di igienizzazione o il trattamento in un impianto di metanizzazione sono consigliati, altrimenti resta l’incenerimento presso un impianto di incenerimento dei rifiuti. Seminare con specie indigene i terreni aperti nelle vicinanze di individui di Ailanto

LIVELLO DI INVASIVITA’: MEDIO

La prevenzione ha un ruolo importantissimo nel limitare la diffusione della pianta. Per il suo enorme potenziale di diffusione attraverso i frutti è importante eradicare le piante prima della formazione dei frutti stessi. Evitare qualsiasi forma di compostaggio e, se possibile, incenerire i rifiuti dove si pensa sia presente qualche frutto della pianta. Eliminare le giovani infruttescenze per impedire il diffondersi dei frutti. Data la sua notevole presenza lungo le strade ad intenso traffico veicolare, dove trova agevole dispersione dei frutti dovuti agli spostamenti di aria dovuti al transito dei veicoli, è buona norma stimolare gli enti preposti alla manutenzione delle strade di applicare ogni forma di prevenzione alla suo sviluppo applicando, se è strettamente necessario, forme di lotta chimica (diserbanti o disseccanti).

I casi più frequenti

Infestazione nei nostri orti

Le diffusione di specie esotiche in maniera incontrollata negli ultimi anni sta diventando una vera e propria invasione biologica e rappresenta una delle minacce più importanti per la conservazione della biodiversità, causando anche gravi danni per l’uomo sia economici sia sanitari.
In Italia tale fenomeno, nonostante l’eterogeneità del territorio, la fragilità ambientale e l’esposizione a diversificati fenomeni di scambi commerciali, non è particolarmente grave. Ciò nonostante il fenomeno è in costante aumento sia per la spiccata antropizzazione delle aree naturali sia per la costante ricerca da parte dell’uomo di specie vegetali alloctone o esotiche da utilizzare sia come ornamento che come alimento con proprietà salutistiche.

Monitoraggio

In Italia nonostante le specie invasive costituiscano una minaccia per l’ambiente, per gli ecosistemi e per le aree più o meno antropizzati come le aree urbane e periurbane, non esistono ancora riferimenti legislativi nazionali unitari.
A livello europeo si fa riferimento alla Convezione sulla Biodiversità (CBD), ratificata dall’Italia con la L. n. 124/1994, che impegna i firmatari di vincolarsi in maniera adeguata e con i sistemi più idonei, per prevenire l’introduzione, promuovere il controllo e l’eradicazione di quelle specie alloctone o esotiche che minacciano la conservazione di ecosistemi, habitat o altre specie.
Detto questo per agire in modo responsabile, in attesa di norme più specifiche, occorre che gli addetti alla manutenzione del verde, di Enti pubblici e/o privati o il semplice cittadino privato prenda atto dell’importanza della prevenzione biologica e tenti di mettere in atto strategie per la sua applicabilità.
– Occorre ispezionare con cura ogni angolo delle nostre aree verdi di pertinenza, siano essi terreni agricoli, orti, aiuole ornamentali, scarpate o altre tipologie di verde e verificare che la specie oggetto di coltura non tenda ad invadere indistintamente sia le aree immediatamente a contatto con la pianta madre sia le aree nelle vicinanze.

  • Verificare la presenza di specie vegetali diverse da quelle in coltivazione.
  • Verificare l’identità delle specie ritrovate e documentarsi sulla….
  • Nel caso ci siano problemi con l’identificazione delle specie si consiglia di rivolgersi ad un esperto.

Curiosità

di Aldo Ranfa

Non si conoscono usi popolari relativamente a questa specie.

Usi popolari e rimedi

Un tempo erano note le sue proprietà antiscorbutiche ed antiemetiche. E’ nota la presenza di sostanze antinfiammatorie, proteine antivirali e importanti composti che tendono ad influenzare la divisione cellulare. Viene utilizzata nella medicina omeopatica. Dai frutti si ottiene una tintura utilizzata per tingere la lana mentre, la radice per l’alto contenuto di saponine, un tempo veniva utilizzata per produrre sapone.

Cure e rimedi
di Aldo Ranfa

Cosa fare in caso di ingestione

L’ingestione della carne di animali che si sono alimentati di foglie o frutti di questa pianta provocano avvelenamenti nell’uomo, a causa della presenza di alcaloidi pirrolidizinici, comportandosi da cancerogeni genotossici.
Rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto soccorso.

Caratteristiche di tossicità

Bassa nel polline (potenzialmente allergogena); nelle foglie sono presenti principi tossici (alcaloidi pirrolizidinici altamente tossici) per gli animali di bassa corte la cui carne, se inquinata, è di grave pericolo per l’uomo.

LIVELLO DI TOSSICITA’: MEDIA

Parte tossica della pianta: Foglie, frutti
Periodo di tossicità: Da aprile a dicembre.

Prevenzione e controllo
di Aldo Ranfa

Come prevenire le infestazioni

La prevenzione svolge un ruolo importante nella diffusione della specie. Quindi: non diffondere né i semi né le piante. Impedire la crescita sui tetti piani e nei giardini estensivi e sradicare le giovani piante prima che diventino troppo grandi. Se la pianta è già presente è necessario evitarne l’espansione: tagliare le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappare tutti i rigetti. Evitare di depositare in giardino pezzi di radici, non gettarli nel compost e non consegnarli ai servizi di raccolta dei rifiuti verdi. Unicamente il compostaggio professionale con fase di igienizzazione o il trattamento in un impianto di metanizzazione sono consigliati, altrimenti resta l’incenerimento presso un impianto di incenerimento dei rifiuti. Seminare con specie indigene i terreni aperti nelle vicinanze di individui di Ailanto

LIVELLO DI INVASIVITA’: MEDIO

La prevenzione ha un ruolo importantissimo nel limitare la diffusione della pianta. Per il suo enorme potenziale di diffusione attraverso i frutti è importante eradicare le piante prima della formazione dei frutti stessi. Evitare qualsiasi forma di compostaggio e, se possibile, incenerire i rifiuti dove si pensa sia presente qualche frutto della pianta. Eliminare le giovani infruttescenze per impedire il diffondersi dei frutti. Data la sua notevole presenza lungo le strade ad intenso traffico veicolare, dove trova agevole dispersione dei frutti dovuti agli spostamenti di aria dovuti al transito dei veicoli, è buona norma stimolare gli enti preposti alla manutenzione delle strade di applicare ogni forma di prevenzione alla suo sviluppo applicando, se è strettamente necessario, forme di lotta chimica (diserbanti o disseccanti).

I casi più frequenti

Infestazione nei nostri orti

Le diffusione di specie esotiche in maniera incontrollata negli ultimi anni sta diventando una vera e propria invasione biologica e rappresenta una delle minacce più importanti per la conservazione della biodiversità, causando anche gravi danni per l’uomo sia economici sia sanitari.
In Italia tale fenomeno, nonostante l’eterogeneità del territorio, la fragilità ambientale e l’esposizione a diversificati fenomeni di scambi commerciali, non è particolarmente grave. Ciò nonostante il fenomeno è in costante aumento sia per la spiccata antropizzazione delle aree naturali sia per la costante ricerca da parte dell’uomo di specie vegetali alloctone o esotiche da utilizzare sia come ornamento che come alimento con proprietà salutistiche.

Monitoraggio

In Italia nonostante le specie invasive costituiscano una minaccia per l’ambiente, per gli ecosistemi e per le aree più o meno antropizzati come le aree urbane e periurbane, non esistono ancora riferimenti legislativi nazionali unitari.
A livello europeo si fa riferimento alla Convezione sulla Biodiversità (CBD), ratificata dall’Italia con la L. n. 124/1994, che impegna i firmatari di vincolarsi in maniera adeguata e con i sistemi più idonei, per prevenire l’introduzione, promuovere il controllo e l’eradicazione di quelle specie alloctone o esotiche che minacciano la conservazione di ecosistemi, habitat o altre specie.
Detto questo per agire in modo responsabile, in attesa di norme più specifiche, occorre che gli addetti alla manutenzione del verde, di Enti pubblici e/o privati o il semplice cittadino privato prenda atto dell’importanza della prevenzione biologica e tenti di mettere in atto strategie per la sua applicabilità.
– Occorre ispezionare con cura ogni angolo delle nostre aree verdi di pertinenza, siano essi terreni agricoli, orti, aiuole ornamentali, scarpate o altre tipologie di verde e verificare che la specie oggetto di coltura non tenda ad invadere indistintamente sia le aree immediatamente a contatto con la pianta madre sia le aree nelle vicinanze.

  • Verificare la presenza di specie vegetali diverse da quelle in coltivazione.
  • Verificare l’identità delle specie ritrovate e documentarsi sulla….
  • Nel caso ci siano problemi con l’identificazione delle specie si consiglia di rivolgersi ad un esperto.
Curiosità
di Aldo Ranfa

Non si conoscono usi popolari relativamente a questa specie.

Usi popolari e rimedi

Un tempo erano note le sue proprietà antiscorbutiche ed antiemetiche. E’ nota la presenza di sostanze antinfiammatorie, proteine antivirali e importanti composti che tendono ad influenzare la divisione cellulare. Viene utilizzata nella medicina omeopatica. Dai frutti si ottiene una tintura utilizzata per tingere la lana mentre, la radice per l’alto contenuto di saponine, un tempo veniva utilizzata per produrre sapone.

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