di Angelo Bruno Tamburro
A partire da giugno 2018, in Italia sono stati segnalati nuovi casi di malattia da Virus del Nilo occidentale (WNV); i casi umani confermati sono stati 52 (1), di questi 16 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (10 Veneto, 6 Emilia-Romagna) di cui 2 decessi (1 in Veneto, 1 Emilia-Romagna), 22 casi come febbre confermata (10 Emilia-Romagna, 12 Veneto) e 14 casi identificati da donatori di sangue (11 Emilia-Romagna, 3 Veneto). Dai dati emerge che due sono le Regioni ove la malattia deve considerarsi endemica, anche se un focolaio del Virus West Nile (appartenente alla famiglia Flaviviridae) era stato segnalato in Toscana (Fucecchio – casi di meningo-encefalite equina) sin dal 1998. Trattandosi di un arbovirus (3) trasmesso da vettori (zanzare) che infettano principalmente gli uccelli ma occasionalmente possono contaminare diverse specie di mammiferi (equidi e uomini), causando le forme epidemiche sopra descritte, il Ministero dalla Salute, dal 2002, ha attivato il “Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu” (2), piano aggiornato annualmente e trasmesso alle Regioni per l’attuazione delle misure di prevenzione nelle aree ove il virus risulta circolare.
Gli obiettivi del piano sono essenzialmente i seguenti:
– Individuare il più precocemente possibile la circolazione del virus sul territorio nazionale attraverso programmi di sorveglianza mirata riguardanti gli equidi, gli uccelli appartenenti a specie bersaglio, e gli insetti vettori per permettere una rapida valutazione del rischio finalizzata all’adozione di adeguate misure preventive in sanità pubblica.
– Attuare in maniera tempestiva, efficace e coordinata le misure preventive necessarie a ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione all’uomo, tramite un proficuo scambio delle informazioni tra tutti gli Enti interessati.
– Prevenire il rischio di trasmissione della malattia all’uomo sia attraverso le donazioni di sangue, emocomponenti, organi o tessuti, sia attraverso la puntura delle zanzare durante il periodo di maggiore attività vettoriale.
– Governare in maniera coordinata le eventuali emergenze epidemiche.
In conformità a quanto sopra, numerose sono le prescrizioni che i Servizi sanitari compenti per la sorveglianza umana e veterinaria delle Aziende Sanitarie Locali devono attuare, nelle aree endemiche ove il virus circola o ha circolato nel corso degli anni precedenti e dove, si sono osservati episodi di infezione; in sintesi necessita eseguire la:
– Sorveglianza sugli uccelli stanziali appartenenti alle specie bersaglio
– Sorveglianza sugli allevamenti avicoli rurali e all’aperto
– Sorveglianza attraverso l’utilizzo di gruppi di animali sentinella
– Sorveglianza entomologica
Quest’ultima riveste importanza non secondaria, infatti, il virus si diffonde attraverso la puntura di zanzare infette (pasto di sangue sui reservoirs presenti nell’areale endemico); pertanto per ridurre il rischio di trasmissione, la misura più efficace è quella di evitare la puntura di zanzare.
E’ noto che l’attività di lotta alle zanzare, come per i vettori di malattia per uomo e animali, in ambiente urbano e periurbano, spetta ai Comuni, cui compete, su segnalazione del Servizio Sanitario Locale (presenza di caso sospetto/confermato di malattia), l’azione tempestiva di bonifica ambientale (disinfestazione), nel nostro caso della “zanzara comune”, di cui esistono diverse sottospecie, tra le quali: la Culex pipiens pipiens e la Culex pipiens modestus, la prima ornitofila (punge gli uccelli) diffusa in ambiente rurale, la seconda antropofila/zoofila (punge l’umo ed i cavalli),
Ricerche e studi recenti, hanno evidenziato che le epidemie da virus WNV negli equini si sono manifestate, con incidenza maggiore in habitat rurali e urbani idonei per Cx. modestus e Cx. pipiens, fornendo prove che la distribuzione potenziale di queste due specie coincide geograficamente con la distribuzione osservata della malattia.
A tale scopo, onde evitare ritardi temporali nelle bonifiche ambientali, il Piano Nazionale di sorveglianza, suggerisce ai Comuni di inserire nell’ambito delle gare di appalto per la disinfestazione delle aree comunali e rurali, anche il capitolo relativo al controllo dei vettori imputati della trasmissione potenziale di malattie da arbovirus.
Prima di terminare questa breve nota si forniscono alcune misure di prevenzione per la popolazione ove si sono verificati casi di malattia da West Nile Virus:
– all’aperto, dal crepuscolo in poi, indossare indumenti di colore chiaro che coprano la maggior parte possibile del corpo (pantaloni lunghi ed abiti a manica lunga);
– cercare, nei limiti del possibile, di alloggiare in ambienti climatizzati o comunque dotati di zanzariere alle finestre;
– in caso di presenza di zanzare all’interno dei locali, utilizzare spray a base di Piretro o altri insetticidi per uso domestico, avendo cura di areare bene i locali prima di soggiornarvi.
– usare repellenti cutanei per uso topico prestando la massima attenzione alle indicazioni per l’uso riportate in etichetta; non utilizzarli sulle mucose o su regioni cutanee in presenza di lesioni e porre particolare attenzione al loro impiego sui bambini e donne in gravidanza e in allattamento.
I repellenti registrati presso il Ministero della Salute, come Presidi Medico Chirurgici (di cui è stata testata la sua reale efficacia di azione) sono quelli contenenti i seguenti principi attivi: Dietiltoluamide (DEET), Icaridina (KBR 3023), Etil-butilacetilaminopropionato (IR3535) e Paramatandiolo (PMD o Citrodiol).
(1) IZSAM Caporale Teramo – Bollettino n. 6 del 2 agosto 2018
(2) Ministero della Salute – Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu 2018.
(3) Definizione di “arbovirus”: è una combinazione delle parole anthropod-borne-virus, in questo caso, si fa riferimento alla maggior parte degli insetti ematofagi, come le zanzare. Lo scambio di sangue che si realizza mediante il morso di un insetto infetto provoca il rilascio di particelle virali in animali ospiti, causandone potenzialmente la malattia.