Colombi prevenzione e controllo

Pubblicato in data: 23 novembre 2015

colomboDi Stefania Mancini

Come prevenire le infestazioni

Le strategie proposte ed impiegate per il controllo numerico dei colombi sono numerose e proprio per i diversi “approcci culturali” e l’estrema differenziazione nella percezione del problema da parte dell’opinione pubblica, sono tutte state oggetto di critiche, spesso di segno opposto l’una all’altra .

Si propone una breve rassegna ragionata delle principali strategie di controllo delle popolazioni di colombi di città, classificate come proposto da Haag-Wackernagel

PROTEZIONE DI EDIFICI E MONUMENTI
ESCLUSIONI CON RETICOLATI E ACCORGIMENTI ARCHITETTONICI

In molti casi una sistemazione edilizia che inibisca l’accesso ad ogni anfratto, finestra, sottotetto che possa ospitare un nido per mezzo di vetri, reti sottili o gomitoli di rete metallica zincata sistemati a filo parete costituisce un intervento decisivo per ridurre drasticamente la popolazione.
Ostacolare la nidificazione significa interferire con una delle motivazioni primarie che hanno indotto la colonizzazione delle aree urbane da parte dei colombi; è quindi un metodo altamente efficace la cui omissione pregiudica il risultato definitivo di ogni ulteriore sistema impiegato, poiché siti di nidificazione liberi sono con facilità rioccupati per spostamenti da località limitrofe o da individui (soprattutto giovani coppie) sfuggiti ad altri sistemi di contenimento della popolazione.

METODI DI DISSUASIONE
Utili soprattutto in caso di “problemi localizzati” per evitare lo stazionamento di colombi in siti particolari nei quali creano particolare danno o disturbo (facciate, monumenti, cornicioni,
ecc.); agiscono per contatto, disturbando lo stazionamento dell’animale, ne esistono varie tipologie: i più consigliabili sono quelli con dispositivi acuminati o quelli “a fili” che risultano essere efficaci e innocui. Efficaci anche i dissuasori elettrici, consigliabili però solo con corrente a bassa intensità( >0,5 Joule). Non sono invece consigliabili i gel repellenti (che causano la fuga dei colombi dando loro la sensazione di intrappolamento) in quanto divengono presto ricettacolo di piume e sporcizia e sono difficili da rimuovere.
Sconsigliati anche i metodi di dissuasione a distanza come sistemi a onde magnetiche o ultrasuoni, dissuasori ottici o odori repellenti in quanto non è dimostrabile la loro efficacia sul lungo periodo
L’apposizione di dissuasori meccanici è tuttavia un’opera complessa che necessita di personale altamente specializzato in grado di operare con metodiche che rispettino l’integrità esteriore dei monumenti il cui esito spesso si limita a spostare il problema ad aree immediatamente a ridosso di quelle trattate.

INCREMENTO DELLA MORTALITÀ
UCCISIONE
Con armi da fuoco, trappole o veleni; il ricorso alle armi da fuoco è una pratica che per motivi
di sicurezza deve essere riservata agli insediamenti lontani dai centri abitati e che, in ogni caso, è sempre meno diffusa per lo sdegno che provoca in larghi strati dell’opinione pubblica (considerare anche la morte per fame dei nidiacei dei colombi uccisi visto che questi si riproducono in tutti i periodi dell’anno).
Analogamente impraticabile l’uso di veleni specifici a causa dei rischi associati alla distribuzione
incontrollata di sostanze tossiche nell’ambiente.
L’incremento della mortalità per mezzo dell’uccisione non è consigliabile come metodo a lungo termine per la riduzione delle popolazioni di colombi inurbati perchè gli animali uccisi vengono rapidamente sostituiti per natalità compensatoria e immigrazione.

POTENZIAMENTO DELLE POPOLAZIONI DI SPECIE PREDATRICI
L’allocco, il falco pellegrino e la taccola, non sembrano aver effetto sulla consistenza numerica dei colombi inurbati; taccola e allocco sono specie ambedue in grado di operare un certo prelievo sui colombi (giovani, nidiacei e uova in particolare) e la taccola è in grado anche di competere significativamente per i siti di nidificazione, tuttavia con le attuali condizioni di densità che si riscontrano nelle città e con la conseguente mortalità molto elevata, soprattutto
nelle classi di età non riproduttive, l’efficacia del loro ruolo nel controllo delle popolazioni di colombi inurbati è molto dubbia.
Difficile è anche la ricolonizzazione delle aree urbane da parte delle specie predatrici in quanto necessitano di territori molto ampi e le cause (smog, rumore, ecc.) che anni fa provocarono la scomparsa dei rapaci dalle città non sono state ancora del tutto eliminate
.
RIDUZIONE DELLA NATALITÀ
DISTRUZIONE PERIODICA DI UOVA E NIDIACEI
Questo tipo di intervento può essere realizzato nei luoghi accessibili a forte concentrazione di animali con risultati soddisfacenti nel contenimento della crescita della colonia; se la distruzione coinvolge anche i nidiacei, si può avere l’insorgere di resistenze da parte degli animalisti e può scatenarsi l’indignazione della gente contribuendo alla nascita di movimenti d’opinione contrari a qualsiasi intervento di controllo; si tratta comunque di un metodo dispendioso e non efficace
sul lungo periodo perché i soggetti eliminati vengono ben presto rimpiazzati per natalità compensatoria e immigrazione

STERILIZZAZIONE CHIRURGICA: mediante vasectomia bilaterale dei maschi adulti, che mantengono quindi un comportamento maschile, ma non sono più in grado di fecondare le uova; la coppia continua ad occupare il sito di nidificazione ma non si riproduce più; si tratta comunque di un metodo costoso e che necessita di personale altamente specializzato, comporta la necessità di intervenire su numeri elevatissimi di soggetti non sempre “sessabili” con facilità e di procedere ad un intervento chirurgico relativamente complesso su animali molto sensibili a stress con conseguente elevata mortalità intra e postchirurgica

SOMMINISTRAZIONE DI SOSTANZE AD EFFETTO ANTIFECONDATIVO
Queste sostanze sono in grado di deprimere per tempi più o meno lunghi l’attività riproduttiva di questi animali; si tratta di ormoni e di sostanze chemiosterilizzanti.
Gli ormoni che vengono utilizzati sono il progesterone ed il mestranolo, il cui impiego pratico ha però trovato gravi e insormontabili ostacoli a causa dell’incontrollabile inquinamento ambientale e
dall’eliminazione con le deiezioni degli animali trattati.
Sono sostanze chemiosterilizzanti il busulfan che determina il blocco della spermatogenesi e la maturazione dei follicoli ovarici dopo un’unica somministrazione per via parenterale, l’azacolesterolo, farmaco ipocolesterolemizzante meno tossico del precedente, che interferisce pesantemente con la sintesi dei grassi del tuorlo, fino ad inibire la fecondazione dell’uovo, e la nicarbazina che influisce sulla ovodeposizione e riduce la percentuale di schiuse risultando efficace anche a bassi dosaggi.
L’uso degli antifecondativi è molto controverso, di norma i principi attivi vengono fatti aderire su granella di mais intera le cui dimensioni impediscono l’assunzione da parte di altre specie di volatili urbani e vengono adottate precauzioni particolari nella somministrazione per evitare dispersione ambientale (immediata pulizia del sito di alimentazione subito dopo la somministrazione, distributori automatici, ecc.), ma per alcuni autori gli effetti sull’ecosistema urbano non sono prevedibili, altri sono invece di parere opposto considerando l’intervento farmacologico un fattore estremamente importante ed utile per il controllo.
Si tratta comunque di un metodo estremamente costoso.

RIDUZIONE DELLA DISPONIBILITA’ DI CIBO
cartello-colombi-no-ciboSi tratta di un’operazione indispensabile in quanto è proprio la disponibilità eccessiva di alimento a favorire la permanenza dei volatili in siti di concentrazione, la loro riproduzione e la sopravvivenza di soggetti deboli, malati, vecchi, altrimenti non in grado di procurarsi il cibo.
Occorre pertanto un efficiente servizio di nettezza urbana con uso esclusivo di contenitori chiusi che impediscano la dispersione dei rifiuti nonchè una tempestiva rimozione dei residui dalle aree mercantili.
Deve inoltre essere attuata una campagna di informazione per i cittadini per evitare distribuzioni incontrollate di alimenti ai volatili, rafforzata, ove necessario, da ordinanze da parte del Sindaco di divieto di alimentazione dei colombi inurbati.
Considerare tra l’altro che parte dei rifiuti alimentari e degli alimenti somministrati volontariamente dall’uomo sono inadatti arrivando a provocare disturbi, patologie carenziali ed emissione di feci sovrabbondanti.

PROGRAMMI DI CONTENIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI COLOMBI DI CITTÀ
Per il contenimento delle popolazioni di colombi di città non esistono “ricette”, formule, metodi efficaci sempre e ovunque.
Perché gli interventi siano efficaci debbono far parte di un piano organico prestabilito e la loro scelta e realizzazione deve basarsi sulla conoscenza degli aspetti dell’ecologia comportamentale della specie e dei parametri demografici delle popolazioni nel contesto ambientale in cui si opera (1 È di fondamentale importanza anche la valutazione delle risorse umane ed economiche a disposizione .
Le strategie proposte ed impiegate per il controllo numerico dei colombi sono numerose e proprio per i diversi “approcci culturali” e l’estrema differenziazione nella percezione del problema da parte dell’opinione pubblica, sono state tutte oggetto di critiche spesso di segno opposto.
Tra l’altro bisogna considerare che la complessità di approccio al problema del contenimento della popolazione di colombi di città mal si coniuga con le esigenze delle Amministrazioni Pubbliche che chiedono risposte certe a costi ridotti e in tempi brevi.
In pratica occorre che vengano sviluppati protocolli operativi specifici per ciascuna situazione tenendo presente che i “sistemi di controllo integrati” e cioè gli interventi di contenimento numerico attuati mediante la riduzione della capacità portante dell’ambiente (riduzione delle risorse trofiche e dei siti di nidificazione) eventualmente associati ad altre forme di controllo (per es. riduzione della natalità) sono quelli che si sono dimostrati più efficaci, meno criticabili in termini di
approccio e, nel lungo periodo, più economici.
La progettazione degli interventi, oltre all’efficacia, deve prendere in considerazione anche altri fattori quali il rapporto costi/benefici, l’impatto sull’ambiente e su altre specie animali, gli aspetti normativi ed etici . L’efficacia dell’intervento deve essere valutata attraverso monitoraggi nel breve e lungo periodo.
Strumento indispensabile e primo passo per un corretto monitoraggio e gestione della popolazione dei colombi di città è il censimento che dovrà essere effettuato attraverso rilievi diretti o fotografici e che dovrà documentare la dimensione della popolazione, le zone di maggior concentrazione nei diversi momenti del giorno e dell’anno, le fluttuazioni stagionali, il comportamento in generale e gli spostamenti all’interno e all’esterno dell’area urbana.
Le metodiche di censimento sono varie (cattura e ricattura, transetti, metodo dei quadrati, metodo delle strade, ecc.), ma è importante che per i rilievi sia adottata e codificata una metodica standard che consenta di ripetere le operazioni ottenendo
risultati comparabili.
Un primo censimento dovrà essere fatto prima di adottare qualsiasi misura di contenimento al fine di dare la reale dimensione del problema e informare l’opinione pubblica sul grado di “esplosione demografica” cui si è giunti, giustificando così indirettamente gli interventi che verranno adottati. Successivamente i censimenti, ripetuti con cadenza annuale o biennale, saranno indispensabili per controllare l’efficacia degli interventi ed anche per programmare il mantenimento e soprattutto l’intensità di questi.
Infine, fattore indispensabile per un corretto intervento sul problema delle popolazioni urbane di colombi è un’attiva opera di educazione sanitaria della popolazione, cui è doveroso fornire una corretta informazione sull’argomento.

Dott. Stefania Mancini

Stefania Mancini
Esperto: colombi e animali d'affezione

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