di Davide Di Domenico
Sempre più negli ultimi anni i disinfestatori vengono chiamati a combattere contro specie di infestanti cosiddette “aliene” (o più propriamente alloctone invasive), in grado di causare gravi danni alle attività dell’uomo o alla salute umana, con serie conseguenze socio-economiche. Si pensi ad esempio al ruolo che la Zanzara tigre (Aedes albopictus) ha acquisito nel panorama della parassitologia urbana, o quello del Punteruolo delle Palme (Rhynchophorus ferrugineus) o dell’Hypantria cunea per l’ecosistema urbano, e di quanto si stia parlando del Calabrone Asiatico (Vespa velutina nigrithorax) o dell’Aedes japonicus.
Le specie alloctone invasive sono specie che hanno un’origine diversa dall’ambiente nel quale vengono introdotte e che riescono ad adattarsi al nuovo habitat, emergendo in modo incontrollato e causando gravi danni non solo agli ecosistemi ma anche alle attività agricole, zootecniche ed urbane, turbando l’ecologia locale con effetti sulla salute umana e serie conseguenze sul piano economico.
Qualche anno fa, nel 2012, nei dintorni di Modena, durante una raccolta di insetti effettuata a scopo didattico dall’Università di Modena e Reggio Emilia, sono stati rinvenuti alcuni individui di una cimice mai segnalata prima d’ora nel nostro Paese. Gli esemplari sono stati classificati come appartenenti alla specie di origine asiatica Halyomorpha halys (Heteroptera: Pentatomidae). Si tratta di una cimice marmorizzata grigio-marrone lunga 12-17 millimetri, nativa dell’Asia orientale, che si nutre su un’ampia varietà di piante coltivate e spontanee. Il ciclo di sviluppo dell’Halyomorpha halys inizia con la primavera, quando gli adulti fuoriescono dai ricoveri invernali e si portano sulla vegetazione per accoppiarsi; da metà maggio le femmine depongono uova a gruppi di 20-30 nella pagina inferiore delle foglie e da queste si sviluppano i nuovi individui. In Emilia vengono compiute 2 generazioni e fino a settembre è possibile rinvenire individui a tutti gli stadi di sviluppo. Tanto gli adulti che i giovani si nutrono sui tessuti vegetali, principalmente su frutti e semi, provocando, con le loro punture di suzione, gravi danni alle colture attaccate. Nel periodo autunnale gli adulti si aggregano presso gli edifici (case, magazzini, capannoni, ecc.) per lo svernamento.
Durante la scorsa estate, nelle campagne delle province di Modena, Reggio Emilia e Bologna la cimice asiatica ha causato ingenti danni alle coltivazioni di pero e pesco, mettendo in evidenza l’effettivo potenziale invasivo della specie e sollevando la necessità di adottare immediate misure di contenimento.
Da qui l’esigenza di definire razionalmente con delle linee guida specifiche le azioni di lotta più appropriate nei confronti di questo infestante, stimolando da un lato una azione corretta da parte dei cittadini, ma richiamando allo stesso tempo l’attenzione dei disinfestatori su quelle che sono le prerogative base della lotta integrata, che si devono fondare su misure di prevenzione e controllo mirato, adottando strategie rispettose dell’ambiente, delle persone e degli animali non bersaglio. Una strategia di controllo molto efficace, anche per i suoi connotati di rispetto ambientale, è quella che interviene in ambito urbano durante la fase di svernamento autunnale. In questo periodo, infatti, gli adulti dell’Halyomorpha halys tendono ad aggregarsi in massa presso le abitazioni (richiamando le altre con un feromone di aggregazione) provocando allarmismi e preoccupazioni tra la popolazione.
Ridurre la popolazione delle cimici svernanti in città è importante per contenere i rischi di danno all’agricoltura derivanti dal successivo ritorno degli insetti nelle campagne circostanti.
A questo proposito si chiede di dare ampia diffusione alle linee guida regionali qui pubblicate e di segnalare ai numeri di riferimento eventuali problematiche o rinvenimenti della nuova cimice esotica in zone non ancora censite.