di Claudio Venturelli
AUSL della Romagna
Margaret Chan, attuale Direttore dell’Oms, ha dichiarato che “Il recente cluster di casi di microcefalia e altri disordini neurologici riportato in Brasile, seguito a un simile cluster nella Polinesia Francese nel 2014, costituisce un’emergenza di salute pubblica internazionale”. Siamo in piena emergenza sanitaria come ai tempi della SARS e di Ebola.
Quali siano i veri rischi correlati alle microcefalie che soprattutto i giornali attribuiscono al Virus Zika, al momento neppure lo stesso OMS è in grado di dirlo. Si tratta di un virus, rilevato nel 1947 in alcune scimmie che vivono in Uganda. Nel 1952 il virus aveva sviluppato piccoli focolai su esseri umani in Uganda e in Tanzania. Poi era ricomparso nelle aree del Pacifico della Micronesia e della Polinesia. Il mondo accademico e coloro che si occupano di prevenzione si aspettavano che potesse superare i confini geografici e così il nostro sistema sanitario nazionale lo aveva già inserito tra le malattie trasmesse da vettori (zanzare in primis) da tenere sotto stretta sorveglianza, insieme a Chikungunya, Dengue e West Nile. Quello che ha creato l’allarme sono stati i casi di microcefalia nei neonati che Brasile attualmente è aumentato vertiginosamente nel giro di pochi mesi.
Le ipotesi sono molte e lo stesso Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del nostro Istituto Superiore di Sanità conferma che l’allerta sanitaria è elevata ma che l’Italia è preparata ad affrontarla. D’altronde Rezza è stato in prima linea durante l’epidemia di Chikungunya che nel 2007 ha coinvolto la Romagna e sa bene come muoversi per adottare strategie di sorveglianza sanitaria adeguate alle esigenze. Il governo di situazioni di emergenza non è semplice e per questo è necessario un continuo scambio di informazioni a doppio senso tra gli studiosi dei vari istituti di ricerca e gli operatori che vivono i problemi sul territorio. Una ulteriore dimostrazione che tali evenienze si devono affrontare con una “rete” di operatori impegnati nei gruppi di lavoro interdisciplinari che oltre a medici e biologi, coinvolgano sempre più frequentemente veterinari e entomologi, presenti negli ospedali, nei centri di ricerca ma anche nelle Asl.
Perché tanta ansia anche in Italia? Lo Zika Virus è un patogeno noto, legato filogeneticamente ad altri virus, come quello della Febbre Gialla, Dengue, Chikungunya e West Nile ed è trasmesso alle persone attraverso il morso delle zanzare infette appartenenti al genere Aedes. Nei Paesi a clima tropicale la principale zanzara ad essere sotto accusa è la Aedes aegypti che in Europa non è presente anche se in passato ci sono state rare e sporadiche segnalazioni. La paura è che, però, la Aedes albopictus o zanzara tigre, sua stretta cugina, che in certi periodi dell’anno invade le nostre città con popolazioni abbondanti, possa diventare un taxi per il virus e quindi innescare epidemie anche da noi. Questo è il vero motivo di tanta attenzione.
Gli scienziati della Fondazione Oswaldo Cruz (Fiocurz) di Recife in Brasile hanno messo sotto accusa la Culex spp, ovvero la zanzara comune. Hanno così avviato uno studio coordinato dalla ricercatrice Costanza Ayres, allo scopo di comprendere quanto velocemente si diffonda l’epidemia e come altre specie di zanzare possano essere coinvolte. Si prevede che l’indagine sarà completata entro fine febbraio. Il contagio da persona a persona è escluso, non si può dire altrettanto per ciò che concerne la possibilità di trasmissione del virus dalla gestante infetta per via perinatale (nel periodo cioè tra la 29ª settimana di gestazione e i primi 28 giorni dopo il parto) ed anche sessuale da un individuo che contenga il virus nello sperma. In realtà non c’è una certezza assoluta e dimostrata e l’OMS mantiene la cautela.
Il Ministero della Salute del Brasile in uno dei recenti aggiornamenti epidemiologici settimanali sul monitoraggio dei casi di microcefalia (pubblicato il 27 gennaio), riporta 4.180 casi sospetti da ottobre 2015, di cui 732 (17,5%) sono stati studiati e classificati. Dei 732 studiati, 270 casi sono stati confermati per malformazioni del sistema nervoso centrale (37%) e 6 su 270 (2,2%) sono risultati positivi all’infezione da virus Zika. Numeri ancora troppo bassi per affermarne la correlazione con certezza.
Una cosa è certa, questa allerta ha dato un enorme rilievo all’importanza che le zanzare rivestono nella sicurezza sanitaria umana ed animale e ciò deve aiutare a riflettere ogni singolo cittadino sull’importanza di evitare o trattare i ristagni d’acqua attorno alla propria abitazione per evitare lo sviluppo delle zanzare. Gli organi di Governo dovranno, a loro volta, pensare a come reperire le necessarie risorse per far funzionare a dovere la struttura della prevenzione.
Informazioni per i viaggiatori diretti in zone con trasmissione locale di Zika virus (.pdf)
Poster Zika bilingue (.pdf)