Biologia e comportamento
Cure e rimedi
Prevenzione e controllo
Curiosità
Biologia e comportamento
di Paolo Radeghieri
Erroneamente noto come “pidocchio rosso” – per pidocchio ci si riferisce invece ad un insetto – il Dermanyssus gallinae (De Geer) è un acaro, da adulto infatti presenta 8 zampe. Rappresenta uno dei più pericolosi ectoparassiti degli allevamenti avicoli; la sua presenza massiccia, soprattutto a carico delle galline ovaiole arreca ogni anno pesanti ricadute sulla produttività degli animali. Diffuso in tutto il mondo, è riconosciuto il suo ruolo di importante vettore di diversi patogeni virali e batterici. In condizioni ottimali compie l’intero ciclo vitale in una settimana. L’acaro si nutre del sangue dei volatili sia nelle forme giovanili, che da adulto, in quanto la femmina necessita di proteine per fare maturare le proprie uova. D. gallinae passa la maggior parte della sua esistenza nascosto in vari pertugi presenti nell’allevamento e solo durante le ore notturne si muove alla ricerca dell’ospite su cui nutrirsi e sul quale non dimora a differenza di altri acari ornitofili come l’Ornithonyssus sylviarum (Canestrini e Fanzago) che completano il loro ciclo vitale sull’animale di cui si nutrono. Le ovaiole attaccate manifestano insofferenza, irritabilità, diminuzione della produttività e in casi estremi, con pullulazioni massicce dell’acaro, dall’anemia fino alla morte.
La femmina misura circa 1mm di lunghezza e può apparire grigia oppure rossastra dopo il pasto di sangue. Dopo avere effettuato il pasto di sangue, che non dura più di 60-90’, depone durante la sua esistenza fino a 35 uova nelle vicinanze degli ospiti. Esse si presentano di forma ovale biancastre (0.4mm). Le forme giovanili sgusciano – a 28-30 °C – dopo circa 2-3 giorni di incubazione. Le larve non si nutrono, e sono caratterizzate dall’avere 6 zampe, ma dopo avere svolto la prima muta e divenute ninfe di prima età con 8 zampe (protoninfa) cominciano a ricercare il pasto di sangue. Dopo una successiva muta, ninfa di seconda età, l’acaro raggiunge la forma adulta con una terza muta. In situazioni ottimali (27-28 °C) l’intero ciclo – da uovo a uovo – può concludersi in 7 giorni. Da prove effettuate da ricercatori nord europei è risultato che le temperature che permettono la ovideposizione possono variare dai 5 ai 45°C con l’optimum sui 20°C con il 70% UR. Le femmine ovidepongono per la durata di 1-3 giorni dai 20 ai 45°C ma la durata dell’ovidepozizione può dilatarsi a 28 giorni se la temperatura cala sui 5°C. Le uova sono suscettibili alla disidratazione. Gli adulti possono sopravvivere anche 9 mesi senza pasto di sangue se le temperature si mantengono dai 5 ai 25°C ad umidità che possono variare tra 60-80% UR.
Cure e rimedi
di Paolo Radeghieri
Le punture
Le punture dell’acaro possono manifestarsi con dei pomfi pruriginosi sul tronco, sulle braccia e sulle gambe, soprattutto nelle zone coperte dai vestiti. Senza una attenta prevenzione gli acari possono essere trasportati anche nelle abitazioni civili. Pomate cortisoniche ed antistaminiche possono essere consigliate nei casi più gravi.
Prevenzione e controllo
di Paolo Radeghieri
Una soluzione per il controllo di questo parassita non è ancora stata messa a punto. Purtroppo l’uso ripetuto – e spesso improprio – di sostanze chimiche di sintesi ha indotto l’insorgere di molte popolazioni resistenti. Per non parlare dei residui chimici rinvenuti nelle carni e nei prodotti dell’allevamento. Concludendo solo un protocollo di lotta integrata – metodi fisici, chimici e biologici – potrà consentire di mantenere basse ed accettabili le popolazioni dell’acaro rosso. Da segnalare negli ultimi anni l’impiego delle alte temperature –durante il vuoto sanitario – che ha fatto registrare risultati molto promettenti consentendo la distruzione anche delle uova dell’acaro.
Cure e rimedi
di Paolo Radeghieri
Le punture
Le punture dell’acaro possono manifestarsi con dei pomfi pruriginosi sul tronco, sulle braccia e sulle gambe, soprattutto nelle zone coperte dai vestiti. Senza una attenta prevenzione gli acari possono essere trasportati anche nelle abitazioni civili. Pomate cortisoniche ed antistaminiche possono essere consigliate nei casi più gravi.
Prevenzione e controllo
di Paolo Radeghieri
Una soluzione per il controllo di questo parassita non è ancora stata messa a punto. Purtroppo l’uso ripetuto – e spesso improprio – di sostanze chimiche di sintesi ha indotto l’insorgere di molte popolazioni resistenti. Per non parlare dei residui chimici rinvenuti nelle carni e nei prodotti dell’allevamento. Concludendo solo un protocollo di lotta integrata – metodi fisici, chimici e biologici – potrà consentire di mantenere basse ed accettabili le popolazioni dell’acaro rosso. Da segnalare negli ultimi anni l’impiego delle alte temperature –durante il vuoto sanitario – che ha fatto registrare risultati molto promettenti consentendo la distruzione anche delle uova dell’acaro.