Biologia e comportamento
Cure e rimedi
Prevenzione e controllo
Curiosità
Biologia e comportamento
di Aldo Ranfa
Morfologia
Specie annuale, maleodorante, con fusto prostrato o ascendente che tende a dividersi in due verso l’alto e ricoperto di fitta peluria. Le foglie, alterne, hanno la lamina larga, ovata, con grossi denti acuti e base troncata. I fiori, regolari, sono formati da 5 sepali liberi, 5 petali di colore candido o purpureo e che risultano saldati a formare una specie d’imbuto caratteristico, da 5 stami ed un ovario supero. I fiori, ermafroditi, sono portati singolarmente all’ascella delle foglie superiori. Il frutto è una capsula ricca di rigidi aculei. Fiorisce da luglio ad ottobre.
Ecologia e distribuzione
Lo Stramonio comune è d’origine americana, introdotto da noi intorno al XVI sec. Considerata specie “esotica coltivata spontaneizzata”, in Italia la possiamo trovare nelle zone ruderali, dove c’è un accumulo di detriti, sotto i muri a secco ed in genere in zone aperte dove non c’è competizione con le specie autoctone del luogo. Altimetricamente la sua presenza è segnalata da 0 a 900 m s.l.m. arrivando però realmente fino a 1.350 m.
Cure e rimedi
di Aldo Ranfa
Cosa fare in caso di ingestione
L’ingestione accidentale dei semi e delle foglie e l’inalazione può provocare pallore nel viso, vomito, midriasi, aritmie cardiache, allucinazioni, convulsioni e problemi respiratori. Rivolgersi immediatamente dal medico e, in casi particolarmente gravi, è bene contattare un Centro Antiveleni.
Caratteristiche di tossicità
I composti tossici presenti sono vari alcaloidi tropanici, tra i quali la ioscina, la iosciamina e l’atropina.
LIVELLO DI TOSSICITA’: ALTO
Parte tossica della pianta: Foglie, semi Periodo di tossicità: Da aprile ad ottobre
I casi più frequenti
L’ingestione accidentale dei semi e delle foglie e l’inalazione può provocare pallore nel viso, vomito, midriasi, aritmie cardiache, allucinazioni, convulsioni e problemi respiratori.
Cosa fare
Rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso
Prevenzione e controllo
di Aldo Ranfa
Come prevenire le intossicazioni
Non mettere in bocca frutti o altre parti di piante spontanee che non siano di uso comune.
Infestazione nei nostri orti
L’approccio tipico che maggiormente si manifesta nel contatto con le specie vegetali spontanee e coltivate spesso si riduce a considerare le cromie, il portamento della pianta e la forma dei fiori e dei frutti. Si tratta di un approccio morfologico-sensoriale, ma di esse va anche valutato l’approccio fisiologico. La pianta è considerata ormai un laboratorio biochimico che continuamente produce metaboliti secondari utilizzati per interazioni varie con l’ambiente circostante. Tali metaboliti secondari di vario tipo hanno la capacità d’essere più o meno tossici per l’uomo in particolari momenti. Alcune di queste sostanze continuamente vengono di nuovo trasformate ed elaborate dalla pianta, altre sono accumulate negli organi di riserva della pianta stessa per essere poi messe a profitto in particolari situazioni fisiologiche. La produzione d’alcaloidi, per esempio, utile per la pianta durante la fase germinativa dei semi o nel momento di sviluppo degli apici vegetativi, si individua nei diversi organi della pianta ma, la concentrazione, viene influenzata da numerosi fattori come l’età della pianta, la stagione ed il periodo vegetativo. Molte delle piante velenose e/o tossiche sono comuni e spontanee in natura, lungo i margini delle strade, nei prati, nei boschi mentre, quelle coltivate si trovano nelle aree verdi urbane, pubbliche e private. Così nei parchi, nei giardini, nei parcheggi, nelle aree di sosta, lungo le strade queste piante, anche se ad una prima sbirciata riescono a suscitare un certo interesse per i colori vivaci o per la regolarità delle forme, possono nascondere insidie e inganni specialmente per i bambini che facilmente raccolgono ed ingeriscono frutti o foglie.
Monitoraggio
In Italia, data l’eterogeneità del territorio e relativa ricchezza in termini di biodiversità vegetale, esistono numerose specie vegetali spontanee tossiche e/o velenose ed anche quelle coltivate per ornamento sono consistenti. Mentre per quelle spontanee l’unica cosa da fare, in termini di prevenzione, resta quella di documentarsi sulla pericolosità o meno dell’intera pianta o delle varie parti di essa, per quelle coltivate va sottolineato che in Italia non esistono norme legislative per regolare la vendita di piante ornamentali. Per tale motivo l’uomo è scarsamente tutelato dai rischi di una esposizione accidentale con specie tossiche e/o velenose. In attesa di normative più precise cosa resta da fare:
Per le piante spontanee l’unica cosa da fare è quella di documentarsi sull’identità delle specie rinvenute e nel dubbio rivolgersi ad un esperto. E’ valida sempre la regola di utilizzare le piante o parti di essa solamente se è stata identificata con precisione.
Per le specie coltivate bisogna assicurarsi che sia presente il cartellino con l’identificazione precisa sulla pianta.
Per entrambi i gruppi di piante è valida la norma di educare i bambini a non mettere in bocca foglie o fiori o frutti di piante che non siano di uso comune.
Curiosità
di Aldo Ranfa
Il nome del genere deriva probabilmente dal termine indiano “dhatúra=mela spinosa”, per indicare la capsula spinosa. Il termine volgare deriva dai termini greci “dtrychnon=solanacea, patata” e “monikón=furioso, matto,, per l’uso sconsiderato che di questa pianta se ne fa nei riti religiosi e magici.
NB: Dello stesso genere esistono numerose specie di origine esotica, anch’esse tossiche, che vengono utilizzate per scopi ornamentali come la Noce metella o Tromba del Diavolo (Datura metel L.), originaria della Cina e utilizzata anche per scopi medicinali, il Fior di Luna (Datura innoxia Miller), originaria dell’America centrale e meridionale, la Noce spinosissima o Stramonio spinosissimo (Datura ferox L.) originaria della Cina e lo Stramonio arboreo (Datura arborea L.), originario dell’America meridionale.
Usi popolari e rimedi
Se usata in modo appropriato, può svolgere azione antispasmodica, antiasmatica e antinevralgica. Nel paese d’origine si usa per pratiche magiche e religiose.
Cure e rimedi
di Aldo Ranfa
Cosa fare in caso di ingestione
L’ingestione accidentale dei semi e delle foglie e l’inalazione può provocare pallore nel viso, vomito, midriasi, aritmie cardiache, allucinazioni, convulsioni e problemi respiratori. Rivolgersi immediatamente dal medico e, in casi particolarmente gravi, è bene contattare un Centro Antiveleni.
Caratteristiche di tossicità
I composti tossici presenti sono vari alcaloidi tropanici, tra i quali la ioscina, la iosciamina e l’atropina.
LIVELLO DI TOSSICITA’: ALTO
Parte tossica della pianta: Foglie, semi Periodo di tossicità: Da aprile ad ottobre
I casi più frequenti
L’ingestione accidentale dei semi e delle foglie e l’inalazione può provocare pallore nel viso, vomito, midriasi, aritmie cardiache, allucinazioni, convulsioni e problemi respiratori.
Cosa fare
Rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso
Prevenzione e controllo
di Aldo Ranfa
Come prevenire le intossicazioni
Non mettere in bocca frutti o altre parti di piante spontanee che non siano di uso comune.
Infestazione nei nostri orti
L’approccio tipico che maggiormente si manifesta nel contatto con le specie vegetali spontanee e coltivate spesso si riduce a considerare le cromie, il portamento della pianta e la forma dei fiori e dei frutti. Si tratta di un approccio morfologico-sensoriale, ma di esse va anche valutato l’approccio fisiologico. La pianta è considerata ormai un laboratorio biochimico che continuamente produce metaboliti secondari utilizzati per interazioni varie con l’ambiente circostante. Tali metaboliti secondari di vario tipo hanno la capacità d’essere più o meno tossici per l’uomo in particolari momenti. Alcune di queste sostanze continuamente vengono di nuovo trasformate ed elaborate dalla pianta, altre sono accumulate negli organi di riserva della pianta stessa per essere poi messe a profitto in particolari situazioni fisiologiche. La produzione d’alcaloidi, per esempio, utile per la pianta durante la fase germinativa dei semi o nel momento di sviluppo degli apici vegetativi, si individua nei diversi organi della pianta ma, la concentrazione, viene influenzata da numerosi fattori come l’età della pianta, la stagione ed il periodo vegetativo. Molte delle piante velenose e/o tossiche sono comuni e spontanee in natura, lungo i margini delle strade, nei prati, nei boschi mentre, quelle coltivate si trovano nelle aree verdi urbane, pubbliche e private. Così nei parchi, nei giardini, nei parcheggi, nelle aree di sosta, lungo le strade queste piante, anche se ad una prima sbirciata riescono a suscitare un certo interesse per i colori vivaci o per la regolarità delle forme, possono nascondere insidie e inganni specialmente per i bambini che facilmente raccolgono ed ingeriscono frutti o foglie.
Monitoraggio
In Italia, data l’eterogeneità del territorio e relativa ricchezza in termini di biodiversità vegetale, esistono numerose specie vegetali spontanee tossiche e/o velenose ed anche quelle coltivate per ornamento sono consistenti. Mentre per quelle spontanee l’unica cosa da fare, in termini di prevenzione, resta quella di documentarsi sulla pericolosità o meno dell’intera pianta o delle varie parti di essa, per quelle coltivate va sottolineato che in Italia non esistono norme legislative per regolare la vendita di piante ornamentali. Per tale motivo l’uomo è scarsamente tutelato dai rischi di una esposizione accidentale con specie tossiche e/o velenose. In attesa di normative più precise cosa resta da fare:
Per le piante spontanee l’unica cosa da fare è quella di documentarsi sull’identità delle specie rinvenute e nel dubbio rivolgersi ad un esperto. E’ valida sempre la regola di utilizzare le piante o parti di essa solamente se è stata identificata con precisione.
Per le specie coltivate bisogna assicurarsi che sia presente il cartellino con l’identificazione precisa sulla pianta.
Per entrambi i gruppi di piante è valida la norma di educare i bambini a non mettere in bocca foglie o fiori o frutti di piante che non siano di uso comune.
Curiosità
di Aldo Ranfa
Il nome del genere deriva probabilmente dal termine indiano “dhatúra=mela spinosa”, per indicare la capsula spinosa. Il termine volgare deriva dai termini greci “dtrychnon=solanacea, patata” e “monikón=furioso, matto,, per l’uso sconsiderato che di questa pianta se ne fa nei riti religiosi e magici.
NB: Dello stesso genere esistono numerose specie di origine esotica, anch’esse tossiche, che vengono utilizzate per scopi ornamentali come la Noce metella o Tromba del Diavolo (Datura metel L.), originaria della Cina e utilizzata anche per scopi medicinali, il Fior di Luna (Datura innoxia Miller), originaria dell’America centrale e meridionale, la Noce spinosissima o Stramonio spinosissimo (Datura ferox L.) originaria della Cina e lo Stramonio arboreo (Datura arborea L.), originario dell’America meridionale.
Usi popolari e rimedi
Se usata in modo appropriato, può svolgere azione antispasmodica, antiasmatica e antinevralgica. Nel paese d’origine si usa per pratiche magiche e religiose.