Panace di Mantegazza prevenzione e controllo

Pubblicato in data: 12 luglio 2015

Panacee di Mantegazzadi Aldo Ranfa

Come prevenire le infestazioni

La prevenzione svolge un ruolo importante nella diffusione della specie. Quindi: non diffondere né i semi né le piante. Impedire la crescita sui tetti piani e nei giardini estensivi e sradicare le giovani piante prima che diventino troppo grandi. Se la pianta è già presente è necessario evitarne l’espansione: tagliare le infiorescenze prima della formazione dei frutti e strappare tutti i rigetti. Evitare di depositare in giardino pezzi di radici, non gettarli nel compost e non consegnarli ai servizi di raccolta dei rifiuti verdi. Unicamente il compostaggio professionale con fase di igienizzazione o il trattamento in un impianto di metanizzazione sono consigliati, altrimenti resta l’incenerimento presso un impianto di incenerimento dei rifiuti. Seminare con specie indigene i terreni aperti nelle vicinanze di individui di Ailanto

Prevenzione e controllo

LIVELLO DI INVASIVITA’: ALTO

La prevenzione ha un ruolo importantissimo nel limitare la diffusione del Panace di Mantegazza. Buona norma è quella di evitare la diffusione dei frutti e delle piane stesse.
Per combattere efficacemente la pianta occorre tenere conto dello stadio di crescita raggiunto. Nel periodo autunnale vanno eliminate le radici con un colpo di vanga obliquo, profondo il più possibile (10-15 cm) per di impedire che possano ancora ricacciare. Poi vanno smaltite direttamente con i rifiuti urbani. Nel periodo primaverile-estivo la pianta va falciata regolarmente per impedire la fioritura e successiva formazione dei frutti. Sfalciando regolarmente si porta ad un indebolimento delle piante stesse. Se ci si accorge che la pianta è in fiore, cercare di eliminare le infiorescenze complete. Avvisare il più vicino Servizio fitosanitario

I casi più frequenti

Infestazione nei nostri orti

Le diffusione di specie esotiche in maniera incontrollata negli ultimi anni sta diventando una vera e propria invasione biologica e rappresenta una delle minacce più importanti per la conservazione della biodiversità, causando anche gravi danni per l’uomo sia economici sia sanitari. In Italia tale fenomeno, nonostante l’eterogeneità del territorio, la fragilità ambientale e l’esposizione a diversificati fenomeni di scambi commerciali, non è particolarmente grave. Ciò nonostante il fenomeno è in costante aumento sia per la spiccata antropizzazione delle aree naturali sia per la costante ricerca da parte dell’uomo di specie vegetali alloctone o esotiche da utilizzare sia come ornamento che come alimento con proprietà salutistiche.

Monitoraggio

In Italia nonostante le specie invasive costituiscano una minaccia per l’ambiente, per gli ecosistemi e per le aree più o meno antropizzati come le aree urbane e periurbane, non esistono ancora riferimenti legislativi nazionali unitari. A livello europeo si fa riferimento alla Convezione sulla Biodiversità (CBD), ratificata dall’Italia con la L. n. 124/1994, che impegna i firmatari di vincolarsi in maniera adeguata e con i sistemi più idonei, per prevenire l’introduzione, promuovere il controllo e l’eradicazione di quelle specie alloctone o esotiche che minacciano la conservazione di ecosistemi, habitat o altre specie. Detto questo per agire in modo responsabile, in attesa di norme più specifiche, occorre che gli addetti alla manutenzione del verde, di Enti pubblici e/o privati o il semplice cittadino privato prenda atto dell’importanza della prevenzione biologica e tenti di mettere in atto strategie per la sua applicabilità.
Occorre ispezionare con cura ogni angolo delle nostre aree verdi di pertinenza, siano essi terreni agricoli, orti, aiuole ornamentali, scarpate o altre tipologie di verde e verificare che la specie oggetto di coltura non tenda ad invadere indistintamente sia le aree immediatamente a contatto con la pianta madre sia le aree nelle vicinanze.
Verificare la presenza di specie vegetali diverse da quelle in coltivazione.
Verificare l’identità delle specie ritrovate e documentarsi.
Nel caso ci siano problemi con l’identificazione delle specie si consiglia di rivolgersi ad un esperto.

Dott. Aldo Ranfa

Aldo Ranfa
Esperto: Piante di interesse sanitario

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